Previdenza Complementare
Cos’è la previdenza complementare?
La previdenza complementare è una forma pensionistica volontaria; si tratta di versamenti complementari al fondo pensionistico, ossia in aggiunta a quella pubblica, obbligatoria per legge. L’impianto previdenziale, quindi, consente di implementare la pensione pubblica e non implica una sostituzione della stessa.
Fu introdotta nel 1993 e può essere istituita attraverso contratti e accordi collettivi, regolamenti aziendali, accordi tra lavoratori autonomi o liberi professionisti e accordi fra soci di cooperative.
Per ottenere questa “seconda pensione” è obbligatorio aderire a un fondo e versare dei contributi.
- Fondo chiuso: vi aderiscono persone che appartengono a un certo settore, impresa, o territorio
- Fondo aperto: sono istituiti dalle banche, società di intermediazione immobiliare, dalle assicurazioni o dalle società di gestione del risparmio
Vantaggi della previdenza complementare
Secondo quanto stabilito dalla normativa vigente (articolo 10 del TUIR) è possibile dedurre dal reddito imponibile IRPEF i contributi destinati a forme pensionistiche complementari fino al limite di 5.164,57 euro annui.
Questo limite include sia i contributi versati dal lavoratore, sia le somme versate per eventuali familiari a carico.
I vantaggi fiscali aumentano per coloro che si trovano alla prima occupazione. Per i primi cinque anni, infatti, il limite per la deducibilità fiscale dei contributi previdenziali destinati ai fondi pensione è aumentato di 2.859,29 euro.
Inoltre, se il dipendente lo desidera potrà destinare il suo TFR al fondo pensionistico. Le eventuali quote di TFR destinate al fondo pensione complementare però non sono deducibili.
Previdenza complementare e Welfare Aziendale
Tra le opzioni declinate dalla normativa vigente, un’altra possibilità per implementare la propria pensione tramite versamenti ai fondi pensionistici è rappresentata dal Welfare Aziendale.
La previdenza complementare è uno dei servizi più vantaggiosi del Welfare Aziendale.
I vantaggi sono diversi:
- Il credito welfare destinato alla previdenza complementare è deducibile dalle tasse e non fa cumulo con i 5.164,57 euro
- Il credito welfare è esentasse e mantiene l’esenzione dalla tassazione anche quando la pensione viene erogata o vengono richieste delle anticipazioni sulle somme versate
- Inoltre, si ottiene un risparmio contributivo in quanto il credito welfare destinato al fondo pensionistico non viene gravato dall’imposizione fiscale per la pensione INPS
Inoltre, anche per l’Azienda l’attivazione di un Piano di Welfare Aziendale comporterà enormi benefici fiscali poiché non dovrà versare INPS e IRES né sottostare ad altri oneri.
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